sabato 17 luglio 2010

il primo viaggio non si scorda mai

Tanto, troppo tempo è passato, ma non per questo il ricordo della "prima volta" si è offuscato.
Non siate così permalosi: parlo della mia prima volta su un aereo.
Sedicenne, lavoravo in una piccola ma affermata azienda di trasporti di Milano.
Era il 1972, un giorno di luglio, il titolare Salvino Gatti, un vero signore , mi dice che è necessario fare "un salto" a Ragusa, per vedere come lavora il nostro corrispondente in Sicilia, e mi chiede se voglio accompagnarlo. Lui, il mio mito, girava con una Lancia HF e l'idea di farmi 1500 km sopra il mio sogno mi fece dare la prima delle tante risposte affrettate della mia vita : SI QUANDO PARTIAMO? DOMANI? OK . All'indomani mi presento in ufficio bello carico, con tanto di thermos del caffe (sapevo che lui l'adorava) e mi accorgo che qualcosa non va. Io con valigiotto (penso, staremo via almeno una settimana) e lui in ufficio con la sola 24ore. E poi il TERRORE. Sento la telefonata: "si Giovanni, atteriamo alle 11. in un paio d'ore ci siamo a Ragusa vero? Bene , facciamo in tempo a prendere quello delle 9 di stasera". COOOOSA? atteriamo? aereo? volo? ma, ma , ma ma queste cose si preparano, psicologicamente può essere un trauma per un ragazzino, non non si fa così, e poi, pensandoci bene , ho un gran mal di testa. pensavo, signor Gatti, che forse è meglio se sto in ufficio, oggi. Ci sono 5 camion che devono partire...
Due ore dopo ero in aeroporto e , leggermente in ansia, mia apprestavo a compiere un gesto che avrei rifatto centinaia di volte e che sarebbe diventato, per me, un modo di vivere. E si, 2347 ore di volo dopo, penso di poter dire che "ho viaggiato per vivere e vivo per viaggiare".

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